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James Torres
James Torres

King - Il Re Del Mondo Perduto Scaricare Film


Subito dopo, Namor scoprì di avere un figlio perduto da tempo, Kamar, che tentò di usurpare il trono di Atlantide forzando la guerra con gli Stati Uniti. Poiché la maggior parte dei suoi ex alleati si rifiutò di aiutarlo durante questa crisi, Namor fu costretto a evacuare l'intera civiltà di Atlantide, ordinando alla sua gente di emigrare nel mondo di superficie per vivere all'interno di cellule dormienti, lasciando un Nitro sovraccarico ad esplodere nella vuota città-stato, assassinando Kamar.[16]




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Quelli che si sono avvicendati alla regia dei film che vedono Kong protagonista, sono più o meno tutti della stessa pasta: nostalgici del giurassico e nerd degli effetti speciali, con la mania per i robot telecomandati e i modellini in scala, e un debole per gli scontri titanici: di scimmioni con dinosauri, animali mutanti con dinosauri, dinosauri con dinosauri. In occasione dell'uscita in sala del reboot del franchise, Kong: Skull Island di Jordan Vogt-Roberts, ripassiamo insieme i film (e i registi) che hanno consacrato King Kong come "l'ottava meraviglia del mondo" e ne hanno fatto una delle più grandi meraviglie del cinema, grazie ad animatroni, motion capture e meticolosa cgi: fuochi d'artificio nelle mani di questi visionari ragazzoni nerd. Kong: Skull Island: Trailer finale ufficiale italiano - HD


KING KONG di MERIAN C. COOPER e ERNEST B. SCHOEDSACK (1933) Da ragazzo il regista Merian C. Cooper aveva messo insieme una piccola biblioteca di testi scientifici e letteratura di viaggio. Rimasto affascinato dal mondo dei gorilla grazie al libro Explorations and Adventures in Equatorial Africa dell'esploratore statunitense Paul Du Chaillu, passò più tardi alla lettura di The Dragon Lizards of Komodo di W. Douglas Burden, e cominciò a fantasticare di scontri apocalittici tra possenti primati africani e spaventosi draghi di komodo. Per addolcire la trama che andava profilandosi nella sua testa, provò a inserire un personaggio femminile e ottenne così il soggetto che avrebbe realizzato nel 1933 insieme a Ernest B. Schoedsack, con Robert Armstrong nei panni di Carl Denham e Fay Wray in quelli di Ann Darrow. Per portare King Kong sullo schermo si affida alla squadra di Willis O'Brien, la stessa che aveva modellato le creature de Il mondo perduto del 1925. Il film diventa un frullare di azione ed effetti speciali mai visti prima: una stop-motion più fluida e meno "scattosa" viene miscelata alla retrospezione e alla proiezione miniaturizzata che permettono di far comparire sullo schermo attori e pupazzi insieme, stagliati contro fondali in carta pesta o ottenuti con la rivoluzionaria tecnica del Blue Screen. Kong, un pupazzo alto circa 45 cm, costituito da uno scheletro d'acciaio rivestito in lattice e pelliccia, ballonzola per la giungla e la città riprodotte in scala. I primi piani sono affidati a una grossa testa di pelli d'orso, dentro alla quale, al suono cadenzato di un immaginario "rema!", un gruppetto di 6 uomini forzuti fa roteare gli occhi o aziona le possenti mascelle dentate. I dettagli sono girati con l'ausilio di una grossa mano articolata e una serie di busti di diverse dimensioni.


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